Quando si pensa alla figura dello scrittore, lo si immagina solo, nella sua cameretta, davanti al computer, completamente al buio, con una tazza di caffè e nulla più.
Perché la scrittura è, principalmente, un lavoro solitario.
Nasce dall’esigenza di mettere per iscritto i propri pensieri, le proprie idee e, perché no, i propri sogni.
E spesso e volentieri lo si fa con la consapevolezza che ciò che si scrive non uscirà mai dal tuo pc.
A volte è proprio l’autore stesso che decide di scrivere qualcosa “fine a se stessa”, senza l’intento di farla leggere a terzi.
Ed è quello che ho fatto io per ben otto anni.
Scrivevo, scrivevo e scrivevo, in solitario. La maggior parte della mia famiglia era a conoscenza di questa mia passione ma nessuno aveva mai letto una riga.
Per quanto mi riguarda, per tutto quel tempo non ho mai pensato che i miei scritti potessero essere letti da un pubblico.
E mai e poi mai mi sarei sognata di rendere la mia passione qualcosa di simile ad una professione.
Scrivo per me, prima di tutto. E tutto il resto è solo un contorno.
E questo principalmente è ciò che potrebbe dirvi qualsiasi scrittore.
Ma quando poi nasce l’esigenza di far leggere il proprio lavoro a qualcuno, scatta qualcosa di diverso. Un’esigenza completamente nuova.
Perché nel momento esatto in cui consegni una tua opera a qualcuno, che sia anche solo tua madre, a quel punto non è più solo tua.
Diventerà automaticamente di tutti coloro che la leggeranno. Sarà soggetta a complimenti ma anche a critiche.
Non posso dirvi con esattezza cosa scatta nella testa di ogni scrittore che decide di fare questo passo, o meglio salto, nel vuoto.
Posso solo darvi la mia esperienza personale.
Perché dopo otto anni, ho deciso che ero stanca di tenere le mie storie in una cartella digitale e, dopo aver preso un bel po’ di coraggio, le ho mostrate al mondo.
E l’ho fatto usando una piattaforma online che si chiama “wattpad”.
Un’esperienza, di cui parlerò anche in futuro, che continua ormai da due anni e che mi ha permesso di trasformare la scrittura solitaria in qualcosa di completamente diverso.
Un’opportunità per confrontarsi con altri scrittori e con i lettori. Un’occasione per migliorarsi e mettersi in gioco.
Ed è così che, improvvisamente, la scrittura non è più un lavoro solitario…
Chiara