Buon giorno a tutti, appassionati di true crime!
Iniziamo questa rubrica nuova nuova di zecca con un caso risalente alla mia amata antica Roma.
Sto parlando delle “avvelenatrici di Roma”, considerate tra i primi casi di serial killer nella storia.
Trattandosi di un caso di più di 2300 anni fa, stiamo parlando precisamente del 331 a.C., ovviamente le testimonianze che abbiamo ci sono state tramandate sotto forma di storie e non tutto potrebbe essere vero.
Siamo, come già detto, nel 331 a.C. sotto il consolato di Claudio Valerio e Valerio Potino quando iniziano a morire, misteriosamente, molti uomini a Roma.
Le conoscenze mediche all’epoca erano scarse e perciò fu abbastanza facile nascondere le cause di queste morti, inizialmente imputate ad una qualche epidemia strana.
Probabilmente le donne l’avrebbe fatta franca se non fosse stato, si dice, per una schiava che, in cambio di protezione, rivelò l’intrigo all’allora edile curale (un magistrato), Quinto Fabio Massimo.
La donna rivelò che le misteriose morti non erano affatto imputabili ad un’epidemia, quanto all’operato di matrone che preparavano nelle loro case intrugli velenosi per poi uccidere mariti e amanti.
A seguito di questa segnalazione, il magistrato decise di fare delle ispezioni in numerose case patrizie e si dice che furono addirittura 170 le donne arrestate, dopo che furono trovate sostanze sospette all’interno delle loro dimore.
Sempre secondo la storia, tra di loro vi erano Cornelia e Sergia che, cercando di salvarsi, si difesero obbiettando che le pozioni trovate in casa loro altri non erano che medicine.
Così furono costrette a bere tali medicine, proprio per dimostrare quanto dicevano, e morirono a causa del veleno.
Quest’ultimo fatto, in particolare, pare più una storia inventata e lo stesso storico Tito Livio è portato a non crederci.
Sembrerebbe infatti che molte di loro avessero l’abitudine di assumere piccole quantità dei loro veleni giornalmente per diventarne immuni. Perciò suona strano, anche a noi, che due avvelenatrici siano rimaste vittime del loro stesso veleno.
Un’usanza, quella di assumere veleno in piccole quantità, che molte poi adotteranno anche in futuro.
Nota curiosa: Il veleno è da sempre associato, come modus operandi, alle serial killer donne che lo prediligono spesso a molti altri metodi. Questo sia nel passato che nell’epoca contemporanea. Ciò denota, secondo gli psicologi, anche un desiderio di distaccarsi dalla vittima, al contrario dei serial killer uomini che, il più delle volte, prediligono modi che gli permettano di avere contatto fisico con la vittima.
E questo è tutto ciò che sappiamo riguardo questa storia.
Spero che abbiate trovato l’articolo interessante e che continuerete a viaggiare insieme a me tra le epoche, alla ricerca di serial killer.
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Chiara.
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